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E fu sera e fu mattina, le Langhe con gli occhi del cinema

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Quali sono i posti più cinematografici del Piemonte? Scopriteli leggendo la nostra intervista a Emanuele Caruso, giovane regista piemontese che esce nelle sale con E fu sera e fu mattina, grande affresco della gente e del paesaggio di Langhe e Roero (ma non solo...)


In Piemonte, è il film del momento. Vuoi perché è stato girato da un giovane albese di 28 anni, Emanuele Caruso, con la partecipazione di moltissimi altri giovani. Vuoi perché è stato finanziato in gran parte da persone comuni con una sorta di "sottoscrizione popolare". Vuoi perché la storia è disturbante e toccante; perché i personaggi sono vividi, reali, familiari; perché, infine, è interamente girato in Langa e Roero, due territori che, cinematograficamente, sono ancora tutti da sfruttare.

Insomma, E fu sera e fu mattina è un film da andare a vedere, non foss’altro per riempirsi gli occhi di una terra, come racconta il regista, «che sa essere emozionante come e più di un personaggio».

Proprio il paesaggio è un elemento chiave del film. Non è solo lo spazio in cui si muovono i protagonisti, ma una presenza che li accompagna nelle loro scelte, che condiziona il loro modo di essere e che – in ultima analisi – unisce e riassume tutte le loro storie.

«Volevo contestualizzare bene il film in tutti i suoi aspetti. E farlo in Piemonte, nelle Langhe e nel Roero, territori di cui sono profondamente innamorato», racconta Caruso. «E desideravo che “paesaggio” non volesse dire solo “location”, ma tradizioni, costumi, persone che parlano il dialetto del loro paese».

Come mai la scelta è caduta su La Morra, che nel film prende il nome di Avila ed è il borgo in cui si svolge gran parte del lungometraggio?

Innanzitutto per praticità, perché è vicina ad Alba, dove vivo. In un primo momento avevo anche pensato di girarlo a Murazzano, location più selvaggia, più sperduta, più… “antica”. Ma di La Morra mi hanno conquistato le altezze vertiginose sulle colline del Barolo, la piazza centrale del paese chiusa tra il comune e la parrocchiale, il campanile dalla cima del quale ho ripreso le primissime scene del film, all’alba. La Morra è un posto unico, un vero e proprio balcone affacciato sulle Langhe. Infine, La Morra è vicina al Cedro del Libano (un meraviglioso e secolare albero di cui non si hanno altri esempi in zona ndr), dove ho girato una scena molto emozionante».

Il Cedro del Libano presso La Morra

La Morra non è l’unico paese che compare in E fu sera e fu mattina.

«No, abbiamo girato scene a Canale, Monticello d’Alba e Monteu, nel Roero. A Cortemilia e a Prunetto, in Alta Langa».

Qual è il tuo rapporto con i luoghi che descrivi?

«Sono nato e sono cresciuto ad Alba, le colline di Langhe e Roero fanno parte del mio Dna: è stato naturale che rivestissero una parte importante nel film. Ma, come spesso accade, l’abitudine ti porta a dimenticare la bellezza che ti circonda. Per restituire a tutti la meraviglia dei miei posti ho dovuto fermarmi e imparare a guardare le cose con occhi nuovi. Per girare la scena finale del film, ad esempio, mi sono letteralmente “buttato” in un campo lungo una strada che percorrevo con una certa frequenza. Avevo visto quell’orizzonte molte volte, ma solo adesso lo stavo osservando veramente».

In E fu sera e fu mattina la gente delle colline è chiacchierona, impicciona, a tratti bigotta e molto attaccata alla “roba”. Non è che hai un po’ esagerato?

«Non penso di aver accentuato il carattere dei “langhetti” (come si definiscono gli abitanti delle Langhe), potevo ancora essere più cattivo. Voglio però precisare che non si tratta di caratteristiche malvage, ma di modi di essere quasi tradizionali. In Langa ci si parla molto dietro le spalle, siamo tutti un po’ chiusi e scontrosi, tendenti all’avidità. Ma basta poco perché diventiamo anche molto generosi e accoglienti, disponibili e cordiali, soprattutto quando si divide un boccone».

Panorama da La MorraA proposito di cibo, non è difficile notare che molte scene del film si svolgono proprio attorno ad un tavolo.

«È vero. Ho coscienziosamente usato il momento del pasto e del banchetto come simbolo di convivialità,  condivisione e gioia. Preparare e condividere il cibo è un valore tenuto in alta considerazione dalle nostre parti ed è l’attimo privilegiato per gli incontri».

Qualcuno si è lamentato che hai parlato troppo poco di vino.

«Ho provato ad allontanarmi dai facili cliché, evitando che la storia fosse comprimaria dell’enogastronomia, che rende questi luoghi già famosi in tutto il mondo. Ho preferito che fossero le meraviglie della mia terra a parlare, più che il vino. Che della terra è un prodotto».

Se volissimo fare un tour cinematografico di Langhe e Roero, quali posti consiglieresti?

«Al primo posto metterei La Morra, con il suo stupefacente belvedere. Poi Monteu Roero e le sue rocche, che sarebbero perfette per girarci un western. Ma il mio consiglio spassionato è di visitare per l’Alta Langa, con il suo fascino inesplorato e selvaggio, i suoi boschi a perdita d’occhio e le osterie a buon prezzo. Qui consiglio di fare un salto a San Bovo o Mombarcaro, quasi paesini di montagna, e Prunetto, borgo senza tempo, dal fascino medioevale».

Una scena del film girata a Prunetto

Perché, fino ad oggi, si è fatto poco cinema in Langa e Roero?

«Perché questi luoghi non si conoscono abbastanza. Il cinema parla della Toscana, del Cilento, del Sud Italia. Ma trovo che le Langhe abbiano una bellezza pari o superiore. Spesso chi viene ad Alba rinuncia a farsi un giro nei dintorni. Anche per questo ho scelto zone meno blasonate da mostrare nel il film: volevo posti stupefacenti, nel senso che continuano a stupirti, anche se li hai già intravisti in fotografia o al cinema».

La Settima Arte può aiutare il turismo?

«Ne sono convinto. Dopo il successo di Benvenuti al Sud, Castellabate è diventata una meta turistica. Così, con Il vento fa il suo giro, Giorgi Diritti ha attirato l'attenzione del mondo sulla Val Maira, spronando un’intera comunità a mostrare le eccellenze del territorio. Mi piacerebbe che E fu sera e fu mattina potesse fare lo stesso per Langhe e Roero. E avere altrettanto successo, ovviamente».

Un altro scorcio sulle Langhe viste da La Morra


Il trailer del Film

 

Ultima modifica: Giovedì, 23 Gennaio 2014 13:47
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