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Wine & Wedding, sposarsi sotto il segno di Bacco

Photo courtesy of Wine&Wedding Italy Photo courtesy of Wine&Wedding Italy

Giovanna Dello Iacono, ad di Wine&Wedding, ci svela le caratteristiche di un matrimonio perfetto fra le vigne: bellezza, buon gusto, vini di tewrritorio e rispetto totale dei ritmi della natura


Il vino è lavoro, cultura, territorio, bottiglie, buon bere, uomini, donne e… matrimoni. Se l’ultima definizione vi suona strana, perché non ricordare un certo episodio che avvenne a Cana: «In quel tempo, il cantiniere dei novelli sposi aveva terminato il vino e…», la storia è nota.

Ma il vino delle nozze non significa soltanto etichette giuste, servizio impeccabile e abbinamenti di qualità, tutti elementi fondamentali.  Oggi questo connubio investe il matrimonio in tutti i suoi aspetti e spinge una buona fetta di turisti e appassionati a scegliere il «Vigneto Italia» come location ideale per coronare il sogno d’amore.

Se scegliere l’Italia per il «momento più bello» è un trend consolidato (le stime, tra sposi ed invitati, parlano di oltre 1 milione di persone, in gran parte stranieri, per un fatturato di 315 milioni di euro e oltre 7 mila cerimonie nel 2013), il wine wedding è un fenomeno tutto da esplorare che, alla bellezza delle location, abbina caratteristiche particolari.

«Chi si interessa al wine wedding deve sapere che non è una mai scelta banale, non si parla solo di vigne, panorami e paesaggio», racconta Giovanna Dello Iacono, amministratore delegato di Wine&Wedding Italy, agenzia specializzata nell’organizzazione di matrimoni e viaggi di nozze all’interno delle più prestigiose realtà vitivinicole italiane. «Al contrario, sposarsi sotto il segno di Bacco ha una sua filosofia, un suo stile, un mondo e un modo di fare le cose».

«Il vino – continua Dello Iacono – è l’ambasciatore dell’evento nuziale che è composto di molti fattori, ognuno dei quali merita una regia perfetta, ma non invadente. Scegliere una struttura vitivinicola per il matrimonio significa saper valorizzare una cornice che non va in alcun modo alterata, ma rispettata».

Giovanna Dello Iacono, ad Wine&Wedding Italy

Che tipo di esperienza è il wine wedding?

«Il “matrimonio fra le vigne” è un esperienza offerta prima di tutto dalla natura, il cui spettacolo non ha bisogno di sovrastrutture scenografiche. È un evento in possesso di una unicità pressoché non riproducibile, che si imprime nella memoria in modo indelebile e personale – spiega Dello Iacono. Non è come scegliere il classico “posto da matrimoni”, ma un momento che ha a che fare con la vita, con i ritmi della natura. Non è certo una pratica che si sbriga in poche ore, nemmeno in una giornata. In media chi sceglie questa formula passa almeno tre notti fuori casa, ma il 50% delle coppie e dei loro invitati si ferma per più di 5 giorni».

Ma quali sono le caratteristiche con cui si sceglie una struttura vitivinicola di qualità?

«Il nostro brand, innanzitutto, si avvale di una strettissima selezione: tra una rosa di oltre 200 wine resort ne abbiamo selezionati solo 12, in tutta Italia. Tra i requisiti fondamentali delle nostre strutture convenzionate c’è la bellezza architettonica, il pieno rispetto del paesaggio e dei valori che esprime il territorio, l’alto profilo dell’accoglienza e, ovviamente, il fatto che la struttura sia proprietà di un produttore di vino. Poniamo particolare attenzione alla gastronomia perché esprima cibi del territorio, segua la stagionalità dei prodotti e presti attenzione a preparazioni sane, oltre che buone».

Altra peculiarità del turismo nuziale, se così si può definire, è il sorprendente coinvolgimento della parte maschile all’interno dell’organizzazione dell’evento.

«Vero. Se la sposa, tradizionalmente, si è sempre occupata di tutto provocando qualche sbadiglio al proprio partner, il vino stimola l’attenzione del marito, coinvolgendolo attivamente».

Qual è il profilo delle persone che scelgono questa formula?

«In gran parte si tratta di stranieri con una capacità di spesa medio alta provenienti da paesi anglosassoni, Russia, Cina, Giappone Stati Uniti. Questi ultimi rappresentano una fetta importante del mercato se si pensa che, su 2 milioni di matrimoni Usa, 500 mila sono organizzati all’estero, di cui almeno il 10% in Italia».

A proposito di spesa, scegliere il wine wedding costa un occhio della testa?

«Si spende meno di quello che si potrebbe pensare considerando che le comitive degli sposi, in genere, sono un gruppo ristretto di parenti e amici; che il pacchetto che offriamo è personalizzabile; che attraverso un’organizzazione di professionisti si evitano le fregature e le ansie legate all’organizzazione del matrimonio all’estero; che il cachet di un wedding planner personale, per una trasferta del genere arriva a costare anche 200 mila dollari. Considerato questo, tutto sommato,  si riesce anche a risparmiare».

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Finiamo con il Piemonte, è vero che è una meta sempre più gettonata?

«I turisti stranieri amano il Piemonte e, in genere, il Nord Italia. Innanzitutto per il clima, che è una vera ossessione per gli stranieri. Non troppo freddo in primavera, non troppo caldo in estate. Il Piemonte, inoltre è associato al Barolo, un brand immediatamente riconoscibile, anche per chi non è un appassionato: un’idea di lusso, di made in Italy, di buon bere e buona cucina. Anche il nome delle Langhe è sempre più associato a questi valori positivi. Infine, una volta giunti in Piemonte, gli stranieri si stupiscono: avevano in mente la Toscana, ma trovano paesaggi ancora più belli. Poche regioni al mondo hanno una tale armonia e prospettiva: colline a perdita d’occhi e borghi antichi su ogni bricco: si sentono immersi in un luogo magico».

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Ultima modifica: Venerdì, 14 Marzo 2014 16:09
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