Ghemme
- Scritto da Diana Zahuranec
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Secondo la leggenda, le tribù di antichi Celti che conquistarono gli abitanti di Ghemme nel 4 a.C. decisero di rimanere non solo per la posizione geografica strategica, ma anche per il suo eccellente vino. La sua alta qualità non è andata perduta: oggi, i vitivinicoltori di Ghemme continuano a produrre un vino così elegante che Camillo Benso Conte di Cavour, una volta lo paragonò ai prestigiosi vini borgognesi.
http://winepassitaly.it/index.php/It/2013-04-04-14-09-58/zone-del-vino/altopiemonte/focusaltopiemonte/ghemme#sigProGalleriaa9065b0bf4
Ecco il Ghemme Docg, prodotto da uve nebbiolo (biotipo spanna), con una percentuale fino al 25% delle varietà autoctone vespolina o bonarda . Come i suoi cugini più noti, Barolo e Barbaresco, questo vino offre il meglio di sé dopo un adeguato affinamento (da un minimo di 4 anni), anche oltre i 15 anni.
La terra di Ghemme produce vigne di un potenziale così nobile grazie alla combinazione di clima, suolo e del tocco del vignaiolo. La ventilazione dell’aria fresca delle Alpi insieme con la dolce brezza padana creano una microclima favorevole. Il suolo è roccioso, con poco gesso, ricco in ferro e contenente elementi residuali di un supervulcano preistorico che eruttò circa 280 milioni di anni fa nella Val Sesia.
Quell no! Propi no! Ghe l’assicuri mi!» esclamò il Viscontini riscaldato, per disgrazia, da troppi bicchieri di Ghemme.
Antonio Fogazzaro, Piccolo mondo antico
Entrando in paese da Ovest, attraversate il canale Mora (lungo in tutto 60 km) ed entrate in un’atmosfera di serenità interrotta ogni tanto dal rombo del motore di una macchina o dalle voci di bambini in bici, all’uscita da scuola. Sembra quasi che tutti si conoscano fra loro, in questo paese di meno di 4000 abitanti, in cui chi porta a spasso il cane saluta i proprietari dei ristoranti e i passanti chiedono loro della famiglia.
Nella strada principale, via Roma, ha sede l’Ufficio Turistico. Il touchscreen fuori dall’ufficio è pratico e utile, ma se sorpassate la soglia dell’entrata potreste incontrare lo storico Sergio Monferrini, responsabile dell’ufficio e genuina fonte di informazione.
Per prima cosa, fate tappa alla chiesa di Santa Maria Assunta in piazza Antonelli, dato che chiude a mezzogiorno. Questa chiesa settecentesca ospita lo → Scurolo della Beata Panacea, che fu uccisa dalla sua matrigna mentre pregava sulle colline di Quarone. Leggenda vuole che il carro nel quale la matrigna depose il corpo della Beata, senza essere trainato, procedette miracolosamente verso la sua città natale, Ghemme, arrestandosi di fronte alla tomba della sua vera madre. La piazza deve il suo nome al celebre architetto Alessandro Antonelli, ghemmese, creatore del simbolo di Torino, la Mole Antonelliana.
Il → Castello Ricetto lungo via Castello è il principale artefice dell’atmosfera antica e medievale del paese. Un tempo una fortificazione, costruita tra l’XI e il XV secolo, il castello fu costruito più per offrire protezione che come parte del sistema feudale. La struttura oggi non è dissimile da quella che fu nel passato: mattoni e sassi visibili attraverso lo stucco grigio, travi di legno a vista ed erba che cresce tra i ciottoli delle strade. Piastrelle di terracotta posizionate sopra l’ingresso annunciano le cantine di diverse famiglie: qui i produttori, perpetuando una tradizione secolare, immagazzinano il loro vino Tuttavia, oggi, esiste solo una famiglia che possiede ancora un’azienda vitivinicola dentro le antiche mura del castello: → Rovellotti. Gli stretti ambienti del piano terra, ristrutturati per accogliere una singola grande stanza, ospitano la cantina, insieme con l’antica ghiacciaia, una volta rifornita con il ghiaccio del fiume Sesia e isolata termicamente grazie al fieno. Qui è possibile degustare e acquistare i grandi vini dei colli novaresi, incluso il Ghemme Docg, la Vespolina Doc e la Bonarda Doc.
All’interno delle mura del castello c’è anche un locale ottimo per cenare, → La Casa degli Artisti. I suoi interni sono arredati in un artistico stile vintage, e i due piani inferiori ospitano mostre internazionali d’arte nello Spazio E e una biblioteca privata che i proprietari, Enrica Pedretti e suo marito, aprono tanto per il prestito dei libri così come per dare una semplice occhiata.
Tornate in via Roma e fermatevi presso la → Pasticceria Giorgio per un biscotto artigianale al miele, tipico della regione, oppure per uno dei tanti deliziosi pasticcini del proprietario Giorgio. Non vi sarà possibile resistere all’aroma che pervade dolcemente l’aria nel momento in cui si apre la porta della bottega.
Al margine Nord di Ghemme si trova l’azienda vitivinicola → Antichi Vigneti di Cantalupo. Lasciatevi condurre in una guida visitata delle cantine costruite direttamente sotto i vigneti di Alberto Arlunno, chiedetegli delle caratteristiche dei suoi vini, degustate e acquistate in loco: i suoi vini sono prodotti con uve regionali come nebbiolo, vespolina ed erbaluce, ma anche con uve non tradizionali, come arneis e chardonnay, tra le altre.
Tornate al centro del paese, poi seguite via Monte Rosa alla ricerca di enoteche, negozi e piccoli ristoranti: non mancano i posti dove degustare i prestigiosi vini della regione. Fermatevi quindi alla più grande distilleria del Piemonte, → Francoli Fratelli, che produce ottime grappe di vespolina, nebbiolo, erbaluce e molte altre ancora. Via Monte Rosa diventa via Romagnana: continuate a camminare per altri dieci minuti, prima di arrivare a una rotonda con un alcuni strani edifici costruiti in foggia di castelli: qui si trovano un ristorante-pizzeria e alcuni punti vendita di vino.
Se gli eleganti vini di questo paesino medioevale contengono troppo fascino da impedirvi di lasciarlo, potete passare la notte nell’antica residenza sulle colline che dominano Ghemme. Il cinquecentesco → Castello del Cavenago, infatti, trasformato in una residenza nobile nel ‘600, è oggi agriturismo e ristorante.