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«Mi piacciono i vini onesti e umili», parola di M.F.K. Fisher

M.F.K. Fisher M.F.K. Fisher

La grazia salvifica del vino in mezzo a tutte le sue grazie è, probabilmente, il fatto che non può mai essere noioso. Sono le persone che scrivono di vino - a volte - ad essere poco interessanti


Era da tempo che cercavo un appoggio filosofico\barra\letterario dedicato all’apologia dei vini «bevibili» nei confronti dei vini «da meditazione».

Ammettiamo subito che adoro i vini complessi, profondi, in grado di suscitare emozioni proteiformi ed erudite, da sviscerare con l’acribia del medico legale e la pazienza del filologo. Ma che questi sono piuttosto rari nella mia vita da bevitore la cui ugola richiede – come accade nel 90% dei miei simili – bottiglie accessibili alla mano e al portafoglio.

Dunque, grazie ad un suggerimento della collega Diana Zahuranec, mi sono imbattuto nella scrittura cristallina e senza fronzoli di M.F.K. Fisher, scrittrice americana nota per essere una food writer ante litteram. Mary Francis Kennedy Fisher nacque nel 1902 ad Albion, in Michigan. Piccola poetessa dall’età di cinque anni era una studentessa irrequieta, pronta a marinare la scuola, ma non a rinunciare alle sue grandi passioni: il cibo, la lettura e la scrittura.

Dall’adolescenza passata salterellando da un istituto all’altro venne fuori una donna piena di vita e intraprendenza, lontana dallo stereotipo femminile che l’irrigidimento degli anni ’30 sbandierava in Occidente.

Propri in quegli anni turbolenti, la Fisher viaggia in Francia, si trasferisce in California e poi in Olanda e ancora in Francia. È una donna vivace: viaggia da sola, divorzia, mangia bene, adora i vini e sa scrivere di questi piaceri con maestria. È questo il lato di lei che mandava in bestia gli uomini: il fatto che potesse esistere una donna in grado di apprezzare la vita, senza mediazioni.

In proposito, si racconta che, invitata ad un panel di degustazioni per la Los Angeles State Fair (la Fisher fu la prima donna giudice di vini della storia americana) un suo collega l’accusò di essere «chiaramente non qualificata per sedere accanto ad un prestigioso wine writer e bon viveur, uomo, come lui».

In realtà Mary Fisher era una wine writer di una certa fama, ed era anche una bon viveur. Ma nei suoi scritti e nelle sue opere rifuggiva la dotta disquisizione organolettica, l’imbellettata profusione di aggettivi aromatici a favore di una descrizione dei vini che si ficcasse nella memoria grazie alle sensazioni e alle occasioni in cui una bottiglia veniva stappata, o un banchetto inaugurato da un brindisi.

Scrive: «I vini sono come me. Mi piacciono soprattutto i vini onesti, tutti e sempre. Certamente, qualche bottiglia è migliore e a me piace da impazzire. Ma io potrei dimenticare qualsiasi altro liquido se potessi aver sempre con me un vino umile con cui accompagnare il pane».

M.K.F. Fisher

Vini «onesti e umili», parole pesanti di questi tempi sovrastati di aggettivi e sbilanciati sul dover apparire a tutti i costi! Continua la Fisher: «Per me un vino deve essere buono e buono significa beverino». Un vino beverino, infatti, aiuta a scoprire la vera natura del nettare di Bacco, quasi religiosa: «Avviene una specie comunione che va al di là dei nostri corpi quando si spezza il pane e si versa il vino».

Un comunione che, secondo la celebre food writer americana, : «Ciò che importa in un vino è se ti è piaciuto a meno». E conclude: « La grazia salvifica del vino in mezzo a tutte le sue grazie è, probabilmente, il fatto che non può mai essere noioso. Sono le persone che scrivono di vino - a volte - ad essere poco interessanti».

La Pancia continua...

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Ultima modifica: Martedì, 19 Novembre 2013 17:56
Gabriele Pieroni

Scrive di cultura e cibo, meglio se cibo culturale o cultura edibile. Adora il Kebab (ebbene sì!) nella sue innumerevoli varianti. Per lui il vino è prima di tutto un alimento, e come tale deve essere beverino, fresco, piacevole e soprattutto, sano. Chi lo conosce sostiene che vorrebbe essere in grado di scrivere una Grande Narrazione. Per ora si accontenta di diventare un buon giornalistaun ottimo gourmet e un piacevole commensale. Per Wine Pass cura i contenuti del web e collabora alla stesura del Magazine cartaceo. Seguimi su Twitter: @gapieron

Website: www.winepassitaly.it/index.php/It/wine-blogger/itemlist/category/154-wine-blogger-la-pancia-del-popolo
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