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WildWine, il “vino selvaggio” che cerca il Dna autoctono

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Martedì 9 dicembre alle 15,30 in Università ad Asti il Consorzio Vini d’Asti e del Monferrato presenta una ricerca sperimentale del DISAFA con una degustazione di Barbera d’Asti docg


“La valorizzazione dei lieviti territoriali: l’approccio del progetto WildWine e i primi risultati sulla Barbera d’Asti docg”. E’ questo il titolo dell’incontro promosso dal Consorzio Barbera Vini d’Asti e del Monferrato per martedì 9 dicembre alle 15,30 nel laboratorio di analisi sensoriale dell’Università di Asti, in piazzale De André. Si tratta di una ricerca sperimentale dal nome evocativo WildWine, "vino selvaggio", iniziata due anni fa per studiare la biodiversità microbica sulle uve Barbera e il successivo isolamento dei lieviti indigeni responsabili delle fermentazioni spontanee.

“L’obiettivo è dare degli strumenti – spiega il docente universitario Vincenzo Gerbi, referente del progetto – che sfruttino la biodiversità naturale dei lieviti enologici e favoriscano lo sviluppo di ceppi “locali”. La ricerca è condotta insieme a Luca Cocolin e Fabio Marengo dell’Università degli Studi di Torino DISAFA (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari). Durante l’incontro, i tre ricercatori illustreranno gli avanzamenti tecnici del progetto e guideranno un’analisi sensoriale di Barbera d’Asti docg prodotte con lieviti autoctoni dell’uva Barbera. 

“Il progetto sperimentale – ricorda Filippo Mobrici, presidente del Consorzio - è finanziato dall’Agenzia Esecutiva per la Ricerca della Commissione Europea ed è nato dalla collaborazione tra il nostro Consorzio e l’Università degli Studi di Torino nell’ambito del 7° Programma Quadro che prevede azioni a supporto delle associazioni di piccole e medie imprese. WildWine raggruppa i partner di quattro Paesi europei tra i principali produttori vitivinicoli - Francia, Italia, Spagna, Grecia - e nasce con l’obiettivo di sfruttare la diversità microbica indigena per lo sviluppo di colture starter che possano essere utilizzate per la produzione di vini con una forte impronta di territorio”. “Questo progetto – prosegue Mobrici – rappresenta un’ottima occasione di partecipazione per le aziende, di confronto con il mondo della ricerca applicata, e manifesta l’attenzione che i produttori rivolgono al miglioramento qualitativo così come alla caratterizzazione territoriale della nostra Barbera”.

Max 40 posti. E’ obbligatoria l’iscrizione: : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., 0141 598998 (orari ufficio).

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