Il Magico Paese di Natale a Govone
- Scritto da Erika Mantovan
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Come ogni anno in questo periodo si è alle prese con i preparativi delle imminenti festività natalizie, una corsa frenetica volta alla ricerca dei regali per amici e parenti con in testa le ricette dei piatti dei menu della cena della vigilia e del pranzo del 25 …
Per alleggerire quest’ansia e renderla più gioiosa ci pensano le luci, la magia, i mercatini e i presepi in scena al Castello di Govone, l’incantevole Residenza Sabauda e Patrimonio UNESCO costruito in un punto strategico del Piemonte tra Alba ed Asti, in cui prede forma, per la nona volta quest’anno, il “Magico Paese di Natale”.
Nella splendida cornice del parco del Castello ci si tuffa in una fiaba intervallata dalle casette in legno in cui quasi 90 realtà piemontesi propongono al numeroso pubblico le loro eccellenze enogastronomiche.
Quest’anno a rendere ancora più preziosa la manifestazione sono le “Officine del gusto”, un ricco calendario di incontri, degustazioni e laboratori in cui grandi e piccini possono imparare a conoscere queste prelibatezze.
Avvolti da una magica allure il pubblico è chiamato alla corte di Laura Gobbi, giornalista ed organizzatrice di eventi enogastronomici che osa proporre in un polmone delle Langhe, la storia di Walter Massa, il padre del Timorasso, vitigno tipico della zona di Alessandria.
L’eclettico ed esilarante Walter Massa nella giornata dell'Immacolata già dalle prime battute mette in chiaro i suoi punti cardinali ripercorrendo le tappe e i fatti che lo hanno spinto a decidere di voler donare al Timorasso una seconda vita.
Il Timorasso è un’uva forte e robusta ma abbandonata da tutti nel periodo post fillossera e durante i conflitti mondiali, quando l’economia dei contadini ruotava intorno ad ortaggi più facili da gestire. La storia è simile a quella di un altro vitigno delle Langhe, la Nas-cetta del comune di Novello. Entrambe le varietà sono antiche ed abili nel sopravvivere agli attacchi degli afidi giunti dal nord europa e d’oltremare e nondimeno originarie di un luogo ben delimitato.
Il Timorasso già citato ai tempi del Medioevo da Pier Crescenzio nella sua opera Ruralium Commodorum libri XII, scomparve in favore del crescente interesse di Real Casa Savoia per il Cortese, uva più produttiva e meno laboriosa.
L’anno di rinascita è il 1987 e come racconta Walter Massa, “quando si è trattato di stabilire il prezzo” di vendita delle prime 580 bottiglie si è fatta una “media dei prezzi del più comune Cortese" capace di produrre il 50% in più in termini di resa per ettaro.
Le prime annate sono state complicate ma una volta compresi i capricci delle piante si è deciso di crederci e di dare il via ad un progetto magico volto alla dedizione totale per questa cultivar dall’ animo femminile residente in un corpo maschile, specchio della donna del nuovo millennio che per sopravvivere, deve essere anche uomo.
Una delle pillole di Walter è racchiusa nella frase. “è tutto un equilibrio sopra la follia”. L'equilibrio si ottiene mediante un' uva sana, il giusto tempo e il buon senso.
Con le conferme arrivate nei primi anni ’90 altri produttori si convincono e si uniscono al progetto di Walter per promuovere e valorizzare il Timorasso, prodotto oggi da una trentina o poco piú di aziende. Analizzando l’uva da punto di vista tecnico e aromatico si piui dire che i lontani avi portano i nomi di Sauvignon Blanc, Vermentino e Nebbiolo.
L’uva germoglia precocemente e maturando tardivamente si presenta con grappoli medio-grandi che trovano il loro habitat naturale in terreni argilloso-calcareo e marnosi. Per farla respirare la chioma richiede molte attenzioni, soprattutto in primavera.
Dopo esser stati catapultati nella fiaba di Walter, intervistato dal giornalista Danilo Poggio, ripercorriamo la sua storia con l'assaggio di alcune etichette dei Vigneti Massa:
• Timorasso Derthona 2013: vino definito “base”, un primo appuntamento in cui si sta sulla difensiva e non ci si svela pienamente ma, volutamente, si lascia intravedere la stoffa senza palesarla perché non ancora pronta per via della giovane età. Il colore è un giallo paglia acceso, al naso i profumi sono citrini e di pompelmo. La bocca è semplicemente felpata su colonne acide dalle fondamenta amarognole.
• Timorasso Montecitorio 2010: l’uva impiegata per l’elaborazione di questo vino nasce su un suolo composto peri il 70% da argilla e per il 30% da marne esposte ad est. Colore giallo pulsante. Il naso punge con profumi di albicocca secca ed erbe selvatiche. In bocca il sale divide il palato e lascia poco spazio ad altre questioni di gusto.
• Timorasso Costa del Vento 2010 : vigne vecchie esposte a sud-ovest su terreni ricchi di marne grigie e bianche. Colore solare. Il naso è segnato dai profumi di pesca sciroppata e dalla camomilla. In bocca è un raduno pietroso con retrogusti di zenzero e di limone verde.
• Timorasso Sterp 2009: un arrivo eccelso di un percorso mutevole nel tempo. Maturità raggiunta con un colore giallo oro e un naso che richiama il dolce della pesca stramatura in cui dalla polpa gocciola la vita. In bocca è una seta pungente con l’acidità a fare ancora da sfondo.
Per ultimare il capitolo della storia del Timorasso si può dire che anche in questa occasione questo vino si è confermato come un vino bianco longevo che può dire la sua se seduto alla tavola rotonda dei Cavalieri della Borgogna.
Erika Mantovan
Sono fedele in amicizia e spontanea nel raccontare me stessa e le mie passioni, come quella che ho per il vino in tutte le sue sfaccettature. Viaggiare, innamorarsi e raccontare dei terroir scoperti è ciò che considero la mia linfa vitale. Ogni cru, produttore e vino sono un momento di apprendimento e crescita da condividere con chi come me, ama bere il buon vino ed essere curioso, degustando nuove esperienze.
Website: e-wineandmore.blogspot.it