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L'impronta del Barolo

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Narrare il vino significa raccontare delle persone che lo fanno. Vigna, botte e mano sono elementi inestricabili l'uno dall'altro, come fossero  un unico, grande gesto pittorico che traccia assieme al colore e alla forma del quadro anche lo stile dell'artista.

Uno che racconta il vino e lo racconta per intero, capendo e comprendendo il gesto e i materiali di cui è composto, è Mauro Fermariello di Winestories. I suoi video sono delicati e toccanti, taglienti. Sanno scandagliare un'etichetta nel profondo, allontanandosi dagli stereotipi per cogliere l'anima che si agita nel bicchiere.

L'ultimo suo video, dedicato alla mitica figura di Lorenzo Accomasso, anziano barolista di La Morra, è una di queste storie. Coriaceo, langhetto, sincero come le scatole di cartone del setting improvvisato in cui avviene l'intervista. Guardatelo ed emozionatevi, non si tratta solo di memoria e tradizione del Barolo, ma di un modo di essere Barolo.

Ecco il testo che introduce il videoracconto di Fermariello:

«La Morra, frazione Annunziata, da Lorenzo Accomasso. La prima volta ci sono andato in compagnia di Milena Vaira, produttrice, "vengo anch'io, meglio che ti presenti, è un tipo un po' così, ma non puoi non conoscerlo, lui è il barolo". Lo troviamo in cantina, un piccolo capannone affascinante quanto una periferia industriale la domenica pomeriggio. Non ci sente arrivare, indaffarato com'è con tubi e tini. Quando alza la testa, si illumina di un meraviglioso sorriso sdentato, due occhi azzurri ridenti. È alto, dritto come un fuso, la stretta di mano forte. È del '34, ma per scoprirlo ho dovuto mettere insieme diversi indizi, perché lui non ha mai voluto dirmelo. Si tuffa in una serrata discussione in dialetto con Milena, discussione di cui afferro solo un paio di pronomi e mezza dozzina di aggettivi. Lo convinciamo a concedersi (è il termine esatto) per un'intervista, ed eccoci qui».

Cavalier Lorenzo Accomasso

Il Cavaliere Lorenzo Accomasso è stato uno dei primi a vinificare in selezione, potando corto le viti, già negli anni Settanta. La sua attività ha inizio nel 1966 e prosegue ancora oggi, con l’aiuto dalla sorella Elena, la prima "donna del vino" di La Morra. I Barolo Rocche e Rocchette provengono da lunghe macerazioni, che permettono al vino di invecchiare lentamente ed escono un anno in ritardo rispetto agli altri produttori

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