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Rinasce La Pancia del Popolo: la nostra Filosofia

La Pancia del Popolo era un folle progetto di enogastroscrittura estrema che, aumentando la mole di lavoro del sottoscritto, è stato per lungo tempo tenuto in sordina. Ma le cose tenute in sordina tendono a crescere in "volume", fisico e sonoro. Si sviluppano nella bambagia del non detto e si nutrono delle cose non fatte, dunque diventano enormi in pochissimo tempo. E rumorose. Fino a che non si raggiungono punti di rottura.

Per evitare il disastro sono necessari sfiatatoi, piccoli fori da cui stillare la propria voglia di scrittura latente. Wine Pass Piemonte, il magazine per cui scrivo, ha aperto da pochissimo uno di questi fori e lo ha fatto inaugurando una piattaforma per blogger: il posto giusto da cui ricominciare La Pancia del Popolo, mi sono detto.

Detto... fatto! Eccoci su Wine Pass con una voglia matta di nutrirci delle nuove avventure covate per mesi nei recessi più unti del Piemonte, nei peggior Bar di Trezzo Tinella, e nelle più viscide cantine della Valle Uzzone. Perché la Pancia del Popolo vuole cose buone, non importa dove e non importa quando: purché siano abbondanti, accessibili e sappiano concedere il loro plusvalore di godimento!


 La Filosofia alla Base di Tutto

Per una pancia popolare le variabili imprescindibili del proprio rapporto con il cibo sono:

  1. La quantità
  2. Il prezzo
  3. La teratologia (ovvero la mostruosità)

La qualità rappresenta un discrimine solamente nel caso in cui le altre variabili coincidano. Laddove è possibile aumentare la quantità senza variare sensibilmente il prezzo, ovvero laddove il cibo si trasforma in un oggetto di contemplazione estatica (monstrum in latino significa prodigio) una pancia popolare impara una lezione importante: ecco un posto dove cibarsi con assiduità.

Ma la foresta semantica nella quale ogni giorno siamo immersi, spesso confonde i sensi e non è sempre facile distinguere le vere occasioni dalle chimere. Per questo nasce La Pancia del  Popolo («PdP»), un luogo dedicato ai trucchi del mestiere. Anni di portafoglio leggero e fame pesante hanno ridisegnato in noi la mappa della realtà, riscrivendone le priorità. Dove i più si preoccupano di ricordare le coordinate di ciò che reputano essenziale per la sopravvivenza quotidiana (sveglia, colazione, lavoro, pranzo, lavoro, cena, non suicidarsi), noi abbiamo disegnato una mappa immaginifica dei luoghi mentali e reali atti alla soddisfazione del ventre e del palato. E disegnando questa mappa abbiamo avuto il coraggio di andare oltre i confini prestabiliti dalle etichette del buon gusto. Abbiamo cioè avuto il coraggio di varcare gli Hic Sunt Leones dell'enogastronomia, scoprendo terreni di conquista vasti come solo l'immaginazione sa essere.

Detto in poche parole La Pancia del Popolo è una promessa di plusvalore di godimento («PvlG»): la soddisfazione rara e fugace che deriva dal sapere che al mondo, certe mostruose meraviglie, sono anche - cum grano salis - perfettamente divorabili! 

La Pancia continua...

Vi è piaciuto il mio ultimo post? Ingozzatevi ancora seguendo La Pancia del Popolo su Wine Pass. Alla prossima! E ricordate il mio motto: se non lo mangiate voi, posso farlo io per soldi!

Ultima modifica: Mercoledì, 13 Novembre 2013 11:43
Gabriele Pieroni

Scrive di cultura e cibo, meglio se cibo culturale o cultura edibile. Adora il Kebab (ebbene sì!) nella sue innumerevoli varianti. Per lui il vino è prima di tutto un alimento, e come tale deve essere beverino, fresco, piacevole e soprattutto, sano. Chi lo conosce sostiene che vorrebbe essere in grado di scrivere una Grande Narrazione. Per ora si accontenta di diventare un buon giornalistaun ottimo gourmet e un piacevole commensale. Per Wine Pass cura i contenuti del web e collabora alla stesura del Magazine cartaceo. Seguimi su Twitter: @gapieron

Website: www.winepassitaly.it/index.php/It/wine-blogger/itemlist/category/154-wine-blogger-la-pancia-del-popolo
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