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Nascetta Story, un film racconta il bianco ribelle delle Langhe

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La locandina del documentario La locandina del documentario

Il 2 ottobre uscirà Nascetta Story, un film documentario di Federico Moznich e Nemo Villeggia, prodotto da Stuffilm, che racconta sul grande schermo un vino fuori dagli schemi.

Cosa ci fa uno “straniero”, un “romanaccio” per giunta, fra le vigne di Novello? Cosa sta cercando? Perché prende parte alla vendemmia con tanta curiosità, carica casse d’uva senza sosta e osserva stupito ogni fase della lavorazione del vino? Ma soprattutto, perché se ne va in giro a fare domande sul vino più sconosciuto di queste zone, il più particolare, il bianco autoctono della zona del Barolo: un vino che, fino a qualche anno fa, era considerato un mero “reperto archeologico”? 

Nascetta Story,  film di Federico Moznich e Nemo Villeggia prodotto da Stuffilm (casa che ha all’attivo film documentari come Langhe Doc e Barolo Boys), prende volontariamente spunto da queste domande. Perché una zona celebre per i suoi straordinari rossi ha deciso di recuperare un vino antico investendo risorse e speranze nel fatto che potesse diventare un’eccellenza della produzione enoica locale?

Federico Moznich

Federico Moznich

«Perché troppo spesso ai consumatori viene sottratta la possibilità di conoscere non tanto cosa c'è dentro una bottiglia, ma il processo lento, faticoso e umanissimo attraverso cui ci si è arrivati – racconta Moznich, regista e cofondatore della Stuffilm. Quando ci si approccia ad una bottiglia non basta a nessuno dire "mi piace – non mi piace", penso si debba vedere, percepire, come quel vino è fatto, quali sono state le scelte produttive, storiche, familiari che lo hanno prodotto. Il nostro film racconta questo: la storia umana ed enologica che dà nuova vita ad un vino».

Come mai avete scelto la Nascetta come soggetto del vostro lavoro?

«Perché è un vino fuori dagli schemi – risponde Nemo Villeggia, il “romanaccio curiosone”che ha scritto il film assieme a Federico e ha il compito di guidare lo spettatore lungo la storia -. Perché da romano e da appassionato di vini sono stato educato a conoscere le Langhe soltanto attraverso i suoi vini più celebri: il Barolo, il Barbaresco. Ma quando, per lavoro, mi sono trasferito qui, ho scoperto una ricchezza maggiore, una profondità enoica più strutturata e interessante. Nonché un vino bianco “ribelle”, che non si era arreso alle logiche del mercato ed è “risuscitato” in una terra di rossi».

Un vino ribelle?

«Si perché è un vino che non si è accontentato di avere una storia predestinata, non si è accontentano neppure di avere una sola storia». 

In che senso?

«La narrazione classica della Nascetta vuole che tutto nasca da una mitica degustazione avvenuta tra produttori, nel 1993. Una bottiglia leggendaria del 1987 fu offerta dal produttore Franco Marengo: era un vino bianco dolce e quasi passito, invecchiato in modo solenne, che conservava una straordinaria freschezza. I produttori presenti, stupiti da questo assaggio, decisero di cominciare a riprodurre la Nascetta. Si misero letteralmente in  cerca dei filari superstiti e diedro il via ad una produzione clandestina».

Nemo Villeggia

Nemo Villeggia

Un vino ribelle e clandestino.

«La Nascetta era un vino che non esisteva. Nessun disciplinare ne regolava la produzione, non c’erano fascette e non si poteva neppure chiamarla “Nascetta”. I produttori di Novello, tuttavia, decisero di sfidare la legge e, caparbiamente, produrre il vino con il suo nome». 

Come è andata a finire?

«Qui comincia la terza storia e vita della Nascetta. Dopo anni di lotte, studi e riconoscimenti, finalmente la Nascetta, nel 2002, entra a far parte della DOC Langhe e nel 2010 ottiene il riconoscimento della DOC Langhe Nascetta del Comune di Novello la cui produzione è autorizzata nel solo Comune. Ma il bello è che, in tutto questo tempo, il vino si presta ad evoluzioni inaspettate. I produttori riscoprono come coltivare il vitigno, scelgono il modo di vinificarlo, l’invecchiamento. Da una sola bottiglia rimasta ne nascono migliaia, tutte diverse, tutte con una loro storia e un carattere differente».

La Nascetta è un vino così particolare?

«Esatto. È un vino in cui lo spirito e la filosofia del produttore si possono esprimere al meglio. È come se – durante la degustazione del 1993 – ogni produttore avesse assaggiato un vino diverso e avesse deciso di sottolineare alcune delle sue peculiarità nella successiva produzione. La Nascetta infine, ha creato un suo microcosmo autoctono». 

Microcosmo?

«Esatto. Su un fazzoletto di terra come quello di Novello  – oggi riconosciuto Patrimoni Mondiale dell’Umanità Unesco – convivono il piccolissimo produttore con il grande e medio vitivinicoltore, ognuno con una storia e un approccio diverso a questo vino».

Ma non sempre riusciamo a comunicarle adeguatamente.

«L'Italia ha un handicap sui mercati internazionali, non ha un marketing nazionale a livello vinicolo, almeno da quando ho cominciato a scrivere di vini, nel 1975. Mi capita di notare come la promozione – nel Regno Unito ad esempio - avvenga per inviti occasionali, a breve raggio. I produttori vengono rappresentati per piccole aree o regioni: mostrano i loro vini, ma a volte appaiono annoiati, senza energia, come se fosse una routine o come se l'evento fosse calato dall'alto».

            La Nascetta è un vino in cui lo spirito e la filosofia del produttore si possono esprimere al meglio.

Avete avuto resistenze da parte dei produttori a raccontare la loro storia?

Tutti i produttori incontrati, chi più chi meno, ci hanno dato una mano a costruire il film. Qualcuno ha una grande capacità narrativa, altri meno, altri non hanno capito fino in fondo la forza di dire qualcosa al di fuori della comunicazione standard. Altri ancora hanno avuto il timore che rubassimo loro qualche segreto… Ma noi non volevamo creare una comunicazione commerciale, fare classifiche o consigliare al pubblico quale vino acquistare. A noi interessava raccontare le storie umane e professionali di persone che hanno scommesso su una cosa che non esisteva, che hanno osato sognare».

Come avete prodotto il film?

«Ci teniamo a dire che non abbiamo ricevuto alcun finanziamento dai produttori interessati, ma abbiamo prodotto il film interamente attraverso le risorse della Stuffilm. Non facciamo prodotti aziendali, ma narrativi. Ora ci auguriamo che i produttori veicolino il documentario che ne diventino i primi ambasciatori».

Quando uscirà il film?

«Il 2 ottobre, dopo due anni di lavoro, Nascetta Story sarà proiettato in anteprima nazionale presso la Sala Ricevimenti del Castello di Novello. Alla serata sarà presente la produzione (Stuffilm), i registi, tutti i produttori vitivinicoli che hanno partecipato al film e, speriamo, tutti quelli che ci hanno seguito in questa avventura. L’attesa è finita e siamo davvero soddisfatti del prodotto».

Ultima modifica: Mercoledì, 07 Ottobre 2015 15:39
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