Vitae, un assaggio dei vini premiati dall'Ais
- Scritto da Antonio Cimmino
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È stato un autunno editoriale molto ricco per il settore guide ai vini d’Italia 2015. Ad oggi sono stati svelati i nomi dei premiati, dai 3 Bicchieri Gambero Rosso alle chiocciole di Slow Wine, dalle 5 bottiglie de Vini d’Italia dell’Espresso alle Super3stelle Veronelli, al Faccino e le Tre Stelle di Doctor Wine, i 5 Grappoli Bibenda e le nuove 4 Viti dell’AIS.
Qualsiasi nomination di premiati e sconfitti potrebbe essere discutibile, in fondo rimane sempre e comunque una questione di ‘gusto personale’. Lo dimostra il gran movimento di opinioni e pareri scatenatosi in rete dopo tali premiazioni, tutti assolutamente degni di rispetto all’insegna delle meraviglia delle differenze.
Vitae, un evento al di sopra delle aspettative
Un buon giudizio lo vorrei citare, e sottolineare, per un evento al di sopra di ogni aspettativa: la presentazione della nuova guida Vitae dell’AIS. Semplicemente eccezionale! Finalmente una manifestazione rivolta essenzialmente al grande pubblico di eno-appassionati che ha potuto degustare il meglio dell’enologia italiana. A differenza di altre, in questa serata erano presenti tutti i vini premiati. Il pubblico ha potuto assaggiarli tutti, anche i cosiddetti BIG, forse un privilegio per pochi nella quotidianità mentre un grande regalo in questa particolare occasione.
Oltre 400 i vini premiati con le 4 Viti, di questi 25 a cui l’AIS ha attribuito il premio speciale Tastevin. Si tratta di prodotti che hanno fatto la storia del vino in questi ultimi anni, testimoni di una rivoluzione che fa oggi dell’Italia una delle regioni vinicole mondiali al top in termini di qualità e biodiversità. Un grande palcoscenico in cui lo storico e noto duello tra il Granducato di Toscana e il Regno Sabaudo si è riproposto a colpi di bicchiere.
Piemonte vs Toscana
Come risultato, sulla carta 100 per Piemonte e 90 per Toscana, mentre sul campo ne riconosco un divario maggiore. Tra Barolo e Brunello la competizione è risultata abbastanza equilibrata, di annate non giovanissime entrambe (dal 2010 indietro), e soprattutto non così giovani come alcuni “SuperTuscan” presentati e (discutibilmente) premiati. Forse tra qualche anno saranno i migliori vini del mondo, ma questa volta devo ammettere non hanno stupito.
Gaja superstar
Partirei con la descrizione dei vini degustati con una esagerazione: come Gaja non ce n’è! Il suo trittico è da considerasi di gran lunga al di sopra degli altri, Barbaresco 2011, Langhe Nebbiolo Sperss 2010 e soprattutto Langhe Sorì Tildin 2011. Di gran rispetto anche Il Barolo di Conterno, sia il Cerretta che il Cascina Francia e soprattutto il Barbaresco Asili 2011 di Ceretto. Una bella risposta dalla Toscana è arrivata da Ca’ Marcanda con il suo Bolgheri 2011, probabilmente il miglior Bolgheri della serata tra i 6 presenti. Una coincidenza che le sue origini fossero sabaude? direi di no essendo prodotto da Gaja!
E il Sangiovese grosso? Beh, con il suo patriarca si è dimostrato sempre un “hors catégorie”, il Biondi Santi Brunello di Montalcino Tenuta Greppo 2009 e Riserva 2008.Tra i SuperTuscan eccovi Il Caberlot 2011 de Il Carnasciale, e tra Tignanello, Solaia, Paleo, Messorio, Ornellaia e Sassicaia, forse il primo è il più “pronto”, gli altri li rimanderei simpaticamente “a Settembre”.
Tra i rossi che non ti aspetti affiora Il marchigiano Kupra di Oasi degli Angeli, ormai stabilmente riconosciuto dalla critica internazionale tra i migliori rossi italiani, una vera chicca enologica prodotto in sole 500 unità. Un onore quindi ogni sua degustazione!
Da provare assolutamente il Terra di Lavoro 2012 di Galardi (aglianico e piedirosso) e il Sabbie di Sopra il Bosco 2012 di Nanni Copé (aglianico, pallagrello nero, casa vecchia), due realtà dell’entroterra casertano che sanno tirar fuori il meglio da questi vitigni autoctoni. Una menzione e un omaggio ad un territorio noto ultimamente solo per “fuochi” e veleni, che invece sa esprimere vini eccellenti con una viticultura sostenibile, rispettosa del territorio e della gente che ci vive, sono doverosi.
I grandi bianche del... Piemonte
Per i bianchi due soli nomi su tutti, l’autoctono tra i più longevi al mondo (ancora Piemonte), Il timorasso Derthona Sterpi 2012 di Walter Massa, insignito anche del premio Tastevin, e l’altro, probabilmente da considerare il miglior Pinot Bianco al mondo, il südtirolese Alto Adige Terlano Pinot Bianco Rarità 2002 di Kellerei Terlan, anche quest’ultimo insignito del Tastevin.
Parlare di "orangewine" invece è sottolineare il primato de Il Bianco Breg Anfora 2007 di Josko GravnerGli isolani, Passito di Pantelleria Bukkuram Sole d’Agosto 2012 di Marco De Bartoli e la Vernaccia di Oristano Riserva 1990 di Contini, rimangono i miglior vino passito e marsala della serata.
Antonio Cimmino
Enoappassionato compulsivo, mi ritrovo blogger per necessità di condivisione di ogni nuova straordinaria enoesperienza. Napoletano di nascita, milanese d'adozione, nella vita faccio altro sempre con la stessa enfasi ma non con la vocazione che ritrovo in un bicchiere di vino. Tolta la cravatta del matematico e consulente, indosso "Canon", blocco e calice per immortalare volti, colori e annotare sapori, idee che ogni sorso mi provoca
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