Acqui Terme
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Acque termali, ma non solo. Per descrivere in una parola l’identità di Acqui si potrebbe parlare di sintesi, intendendo così esprimere il suo essere incrocio di molteplici culture, territori, elementi naturali.
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…ubi aquae calidae sunt… – … dove vi sono acque calde… Paolo Diacono, Historia Langobardorum, II, 16, VIII secolo d.C.
La città sorge sulla sponda sinistra del fiume Bórmida, al confine sud-orientale dell’Alto Monferrato, dove sino al 172 a.C., anno della conquista romana, vivevano i Liguri Statielli. Proprio in ricordo del popolo sottomesso e per evidenziare come l’acqua abbia sempre rappresentato l’elemento distintivo della località, i Romani fondarono un nuovo centro urbano cui diedero il nome di Aquae Statiellae. Acqui nasce quindi come città di conquista, centro strategico sulle principali vie di comunicazione tra la pianura e il mare (nel 109 a.C. venne costruita la Via Aemilia Scauri, per collegare Dertona, Tortona, a Vada Sabatia, Vado Ligure), in un territorio variegato, dove l’Appennino Ligure si addolcisce nelle colline del Monferrato e la terra è arricchita dalle acque superficiali del fiume e sotterranee delle numerose sorgenti termali.
Tutti questi elementi delineano la fisionomia multiforme della città e possono essere colti nella loro interezza iniziando a scoprire Acqui da Sud, dall’ottocentesco ponte Carlo Alberto. Attraverso corso Bagni, collega il nucleo antico della città alla sponda destra del fiume (dove si innestano le strade del Sassello e del Turchino verso la Liguria) e permette di ammirare i resti dell’Acquedotto romano. Quest’ultimo, costruito agli inizi del I secolo d.C., convogliava in città le fresche acque del torrente Erro, utilizzate per raffreddare le calde sorgenti termali, che i Romani sfruttavano sapientemente all’interno di un ampio complesso di età imperiale. Merita sicuramente una visita il sito della piscina con funzione di calidarium, emersa lungo corso Bagni, in prossimità di piazza Italia.
L’uso dell’acqua termale si interruppe con le invasioni barbariche e rifiorì nel X secolo, e ancora oggi rappresenta un’attività di grande valore per la città. Gli stabilimenti attivi si trovano in due zone distinte e utilizzano differenti sorgenti: alla destra del fiume, presso il Lago delle Sorgenti e il Fontanino dell’Acqua Marcia, il sito delle seicentesche Antiche Terme, attualmente strutturato nello Stabilimento Regina,di inizio Novecento,e nella più recente Spa Lago delle Sorgenti; sulla sponda sinistra, in prossimità di piazza Italia, le Nuove Terme, di fine Ottocento, alimentate dalla Bollente.
Proprio → piazza della Bollente è un altro punto privilegiato da cui osservare la città. Qui, nel cuore del centro cittadino, da una fontana l’acqua sgorga a una temperatura di circa 75°C: a farle da cornice un’edicola ottagonale in marmo, realizzata nel 1870. Dalla piazza si dipartono le strette e ripide vie che conducono alla parte alta, il Borgo Pisterna, nucleo medievale in declivio sul colle che domina Acqui. Percorrendo queste strade si giunge al Castello dei Paleologhi, originario dell’XI secolo, ricostruito a partire dal XVI, oggi sede del Civico Museo Archeologico.
La salita è resa piacevole da numerosi ristoranti che propongono prodotti della tradizione locale in ambienti accoglienti e suggestivi. Uno tra tutti → I Caffi, che merita una sosta per la posizione (nell’antico palazzo comunale del 1500) e per la varietà e la qualità dell’offerta. Nella discesa verso la città bassa non può mancare la visita al Duomo, la → Cattedrale di Santa Maria Assunta. Consacrata nel 1067 dal vescovo Guido, patrono della città, modificata nei secoli, conserva dell’impianto romanico il transetto, il campanile e le tre absidi semicircolari. Attraversata la piazza quattrocentesca del Duomo, passando sotto l’arcodel vicolo della Schiavia (testimonianza della cinta muraria medievale insieme alle porte della Pisterna e della Torre Civica), una scalinata conduce su corso Italia, il passeggio principale.
Una stretta stradina lungo il corso, percepibile solo a un occhio attento, permette di accedere all’ → Enoteca Regionale, sita nei locali sotterranei del cinquecentesco Palazzo Robellini, dove ha sede anche → l’Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica. L’ingresso principale del Palazzo è in piazza Abramo Levi, dove affaccia il Municipio, dimora signorile seicentesca.
A poca distanza da qui si trova l’antica Basilica di San Pietro, in piazza dell’Addolorata: di origini paleocristiane, ricostruita in stile romanico nei secoli X e XI, poi abbazia benedettina, venne restaurata completamente a partire dal 1930: conserva della costruzione medievale la base del campanile ottagonale, le absidi e la parte alta della navata centrale. Imboccando la vicina via Mazzini, è d’obbligo una sosta in una storica osteria: → Da Bigãt,che dal 1885 propone piatti della tradizione quali farinata di ceci, trippa con cotiche, stoccafisso all’acquese.
La visita di Acqui può concludersi in posizione opposta a dove è iniziata, ossia a Nord, sui declivi monferrini che dominano la città. Ritornando su corso Italia, al termine dell’area pedonale, si percorre via Nizza, sino all’incrocio con strada Monterosso. In 2 Km si giunge a → Villa Ottolenghi – Borgo Monterosso, sede della Società Agricola Vittoria. Tappa interessante per il grande valore architettonico e artistico della Villa (realizzata nel 1920 da Marcello Piacentini e dal paesaggista Piero Porcinai, con la collaborazione di artisti del calibro di Arturo Martini e Adolf Wildt), per la qualità dei vini prodotti dall’azienda, per le iniziative culturali ed enogastronomiche ivi organizzate e per ammirare Acqui dalle colline dell’Alto Monferrato, delle quali raccoglie degnamente la ricchezza storica e culturale.