Santo Stefano Belbo
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Santo Stefano Belbo è un paese dalla doppia anima: una vitivinicola, grazie alle colline ricoperte dai vigneti che lo circondano; l’altra culturale, essendo patria di Cesare Pavese, che qui nacque nel 1908 e che da questi luoghi prese ispirazione per moltissime delle sue opere.
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Percorrendo le vie che partono dal centro del paese, sarà possibile avvicinarsi ai resti dell’antica torre medievale, fortemente lesionata ma testimonianza del primo centro abitato di Santo Stefano Belbo. Da lì i vostri occhi abbracceranno tutta la vallata circostante: degna di nota la collina dirimpetto, quella di Moncucco. Sulla sua sommità si trova il Santuario della Madonna della Neve. Circondato da un’area verde in cui rifugiarsi, diventa il 4 agosto di ogni anno palcoscenico per uno spettacolo molto suggestivo: l’accensione dei falò che illuminano le colline adiacenti, a ricordo delle antiche feste pagane per favorire il buon raccolto.
Vale la pena di percorrere i tornanti che portano al Relais San Maurizio, elegante medical-beauty e spa a 5 stelle, con 30 camere e suites. Qui troverete la raffinata cucina del ristorante Guido di Costigliole, Stella Michelin, con una cantina fornita di oltre 2.500 etichette. Punto di forza: le terrazze panoramiche, con vista sulle colline tappezzate di vigneti.
La figura di Cesare Pavese è molto presente in ogni angolo del paese, quasi a riconoscenza di tutte le attenzioni che lo scrittore dedicò al luogo natio, inserendo spesso nelle sue opere riferimenti a luoghi e personaggi di Santo Stefano Belbo. Vale la pena di fermarsi alla casa dell’amico Nuto, il laboratorio di falegnameria di Pinolo Scaglione, lungo la strada che da Canelli arriva al paese. Attuale sede del Museo dell’artigianato, è ancora possibile sentire il profumo del legno lavorato e udire le parole degli avventori poiché, come racconta il grande scrittore, «chiunque passasse andando a Canelli o tornando, si fermava a dir la sua e il falegname maneggiava la pialla, lo scalpello o la sega e parlava con tutti di Canelli, dei tempi di una volta, di politica, della musica e dei matti, del mondo».
Poco più avanti, ecco sulla sinistra la casa natale di Pavese, venduta dalla famiglia in seguito alla prematura morte del padre. Al suo interno è stata ricavata l’osteria-enoteca Dal Gal Vestì: da non perdere la pasta e fagioli, preparata secondo la ricetta della nonna dallo chef Massimiliano, accompagnata dai vini dell’azienda Gatti Piero, selezionati da Edoardo.