Barolo - Cascina Boschetti Gomba
- Scritto da Erika Mantovan
- font size diminuisci il font aumenta il font
- Stampa
- Vota questo articolo
- Pubblicato in E-Wine and More
- Letto 16151 volte
A vagar per le Langhe si sa che c'è sempre il rischio di imbattersi in cose "nuove" in termini di etichette e "tradizionali" se si analizza il personaggio che il vino lo fa, in questo caso, da ben 25 anni.
Parliamo di Sergio Gomba e della sua Cascina Boschetti situata nella collina che sorvola come un falco pellegrino sul comune di Barolo.
Quando si giunge in questa dimora si è come "sulla punta della montagna, "sul tetto del vino dei Re". La sottile strada che porta alla cantina, una lingua di terra bianca, impone all'occhio di dividere lo sguardo tra i due anfiteatri di vigne presenti, titanici.
I terreni in quest'area sono di origine tortoniana misti di marne calcaree ed argillosi che mutano nel giro di qualche metro e divengono sabbiosi. Entrambi contribuiscono alla produzione di uve Nebbiolo da Barolo dal gusto sincero e giustamente tannico.
Ma veniamo alla storia e ai fatti accaduti che sono ciò che più conta oggi. Sergio Gomba è un uomo concreto con un carisma e sguardo tanto tenaci e profondi da pietrificare la strada dinanzi a lui. Quella stessa strada che si è costruito e che lo ha portato nelle terre del Barolo nel lontano 1991.
Quando tutti "non si curavano" dei terreni lui investiva, li selezionava e li acquistava... Oggi l'Azienda Agricola Gomba vanta una proprietà di ben 25 ettari nei comuni di Barolo, Monforte d'Alba, Novello, Santa Vittoria d'Alba, Alba e di questi, 19 sono quelli situati nei comuni di Barolo.
Come tutti i bravi conquistatori, che come sanno di avere la vittoria in pugno pensano già alla successiva area da invadere, anche Sergio nel tempo ha deciso di espandere i suoi confini e si è diretto, con la sua forte consapevolezza, nel Roero per dar voce ai terreni noti per la Barbera, l'Arneis e Moscato.
Dal 1991 ad oggi la strada è stata in salita ma da buon vigneron il Sergio sa che "il lavoro si fa in vigna" e che non serve ricorrere al biologico se uno "lo è da sempre" indirettamente.
Le vigne vanno curate con le medicine all'occorrenza e se c'è un reale bisogno.
Posso solo immaginare la soddisfazione e l'orgoglio di vedere i lombrichi tra i filari, non c'è miglior risposta da parte della natura!
Il titanico Sergio non è amante degli incontri "perdi tempo", non si abbandona ai pensieri ed agisce veloce, con i fatti: "al mattino penso a cosa fare e alla sera deve essere tutto portato a termine".
Dopo la visita di rito nelle cantine una dedicata ad ospitare le vasche tecniche di acciaio, in cui i vini fermentano a temperatura controllata e l'altra con le botti (tonneau e barrique) mi viene spiegato dal giovane ed ambizioso enologo Maurizio Delpero che la tradizione prolifera costantemente e che anche in annate complicate come la 2014, si può fare bene perché si conoscono i limiti e le capacità delle piante che con l'esperienza, "sai che cosa ti possono dare".
Ed ecco che i livelli di PH e di acidità al momento della vendemmia sono ogni anno le fondamenta su cui costruire il proprio stile. Lo stile dei vini Gomba è rivolto alle richieste del mercato e alla denominazione di origine, senza scialare.
Infine è bene indicare che l'area "Boschetti" è stata riconosciuta recentemente come MeGa e ad oggi Gomba, è l'unica azienda che vanta questa menzione in etichetta.
In bottiglia quanto appreso si trasforma in:
-Barolo DOCG Boschetti 2011: le uve nebbiolo impiegate per l'elaborazione di questo vino provengono dalle vigne impiantate sulla collina Boschetti da cui prende il nome la Cascina e il vino. Esse si trovano ad un'altezza fra i 285 e i 310 metri con un esposizione eterogenea a sud e sud-ovest. I terreni misti di calcare e di sabbia sono per la quasi totalità di proprietà Gomba.
Il colore è rubino intenso con riflessi granati, tipici del Barolo. A "freddo" il naso è un mix di vaniglia pepata. Con l'areazione e il calore la dolcezza della mora cresce. In bocca il tannino stordisce solo in entrata e si placa in seconda battuta regalando un gusto piacevole richiamando nel finale il fondo del caffè amaro. Un Barolo moderatamente spesso, da concedersi sempre, che non richiede attese e che non sfigura in nessuna occasione.
Erika Mantovan
Sono fedele in amicizia e spontanea nel raccontare me stessa e le mie passioni, come quella che ho per il vino in tutte le sue sfaccettature. Viaggiare, innamorarsi e raccontare dei terroir scoperti è ciò che considero la mia linfa vitale. Ogni cru, produttore e vino sono un momento di apprendimento e crescita da condividere con chi come me, ama bere il buon vino ed essere curioso, degustando nuove esperienze.
Website: e-wineandmore.blogspot.it