Tutto il Rosa del Piemonte, miniguida ai vini "né rossi né bianchi"
- Scritto da Diana Zahuranec
- Stampa
- Vota questo articolo
- Letto 10410 volte
Dai classici alle curiosità, ecco la nostra lista dei rosati del Piemonte. Una miniguida da consultare quando sarete assaliti dalla calura estiva, ma, soprattutto, dalla voglia di qualcosa di fresco e inaudito. O meglio, inassaggiato.
Inutile dire che il Piemonte è rosso, prima di essere rosato. Da qualche anno, tuttavia, sotto la spinta dei grandi bianchi che le cantine piemontesi stanno svinando con successo planetario, anche i rosé hanno cominciato la loro lenta ascesa alla notorietà della tavola.
Molte delle bottiglie che abbiamo scelto devono qualcosa al Nebbiolo, vitigno che si sta scoprendo più versatile del previsto, pronto per qualsiasi sfida in qualsiasi versione, in grado di sottrarre protagonismo persino al Pinot Nero. Ma vere e proprie scoperte, per qualcuno, saranno i rosati spumanti da metodo classico, settore in cui il Piemonte sta scoprendo una nuova vena creativa.
Ma perché, fino ad oggi, i vini né rossi né bianchi delle terre savoiarde hanno ottenuto così poca attenzione? Forse perché l'associazione «Piemonte = rossi corposi e tannici», «Piemonte = rossi strutturati e importanti», «Piemonte= rossi profondi e baroleggianti» è dura, molto dura, da superare.
D'altra parte, sulla sponda opposta, il Re dei bianchi piemontesi è l'Asti, altro vino simbolo e monumentale, che assieme al Barolo riduce gli spazi disponibili e schiaccia la categoria dei rosati ad una rappresentanza minore.
Il rosa piemontese, però, esiste. E al rosa bisogna tributare la giusta importanza. Specie perché, proprio in rosa, il Piemonte sta dando vita ad un nuovo sperimentalismo enoico, che restituisce la cifra di un mondo enologico vivo, pronto a creare nuovi prodotti e a uscire dai consolidati binari della tradizione.
Photo from Rick Webb, Creative Commons. License found here.
Per creare questa lista ci siamo avvalsi dell'esperienza di Pamela dell'enoteca Fracchia e Berchialla di Alba; di Julina dell'enoteca Mille Vigne di Castagnito e di Carlo e Cecilia della Cantina Torino. Li ringraziamo e restituiamo a voi quello cha abbiamo imparato.
I rosati dell'Unesco
Ecco una selezione di tre vini che rappresentano bene le colline patrimonio dell’umanità. Due provenienti dalle terre del Barolo e uno dal Barbaresco. Un’ottima introduzione al “Piemonte rosa” passando dalla porta principale.
Nebbiolo Rosato Parüss by Parusso, Bussia - Monforte d’Alba (CN) - Un vino ben strutturato da uva Nebbiolo, il Parüss è di pronta beva con una sorprendente complessità. Ha sentori di rosa e note floreali, tra cui spiccano distinguono frutti rossi come il ribes rosso e un tannino sottile. Il suo corpo leggero ma gustoso permette abbinamenti inaccessibili ad altri rossi come pasta, carne, funghi, formaggila e anche la fonduta. www.parusso.com
VDT Rosato Elatis by Comm. G.B. Burlotto, Verduno (CN) – Dalle terre del Barolo giunge un rosato inaspettato.Uno straordianrio vino che pare una pennellata di rosa, con sentori floreali e un distinto aroma di pesca. Al palato spuntano le fragoline di bosco, il ribes rosso e addirittura la prugna. Di buona struttura, questo vino si distingue per la perfetta acidità data dal’uvaggio di Nebbiolo, Pelaverga e Barbera. Franco Ziliani ha acclamato questa etichetta come «uno dei migliori rosati italiani». www.burlotto.com
Sclint Rosato by Poderi Colla, San Rocco Seno d’Elvio (CN) – Il nome“Sclint” si riferisce alla parola piemontese che ne indica il colore rosato brillante e trasparente. Ottenuto da un uvaggio di Pinot Nero e Nebbiolo, subisce una brevissima macerazione che conferisce un carattere leggero ma suadente. Il Nebbiolo dona allo Sclint la sua struttura piemontese, unita ad un bouquet floreale ben armonizzato. www.podericolla.it
Paruss, Elatis, Sclint
Made from 100% Nebbiolo
Anche i vini rosati possono essere figli del Nebbiolo. Ecco una selezione "in purezza" che spazia dalle Langhe al Monferrato passando per il Roero.
Erpacrife Nebbiolo by Erpacrife, Langhe – Quattro produttori cresciuti alla Scuola Enologica di Alba hanno a lungo sognato questo rosato di Nebbiolo. Il risultato è stato un vino dal rosa ombroso e affascinante con sentori di fragola al naso. Questo metodo classico potrebbe competere con i migliori Champagne, aggiungendo alla tecnica perfetta una dose di creratività imprevista. www.erpacrife.com
Visages de Carraille by Cascina Baricchi, Neviglie (CN). Ecco un altro metodo classico 100% Nebbiolo, un altro bel vino “atipico” con eleganti punte di ribes, erbe aromatiche e liquirizia al naso. In bocca risulta pieno e succoso, con la giusta dose di acidità e tannino per un tocco di personalità che non guasta. Si abbina a salami, ai formaggi freschi, alla zucca, al risotto e anche ai frutti di mare, compreso il salmone affumicato. Raccomandato con un sottofondo musicale di Paolo Conte. www.cascinabaricchi.com
“531” Nebbiolo by Dezzani, Cocconato (AT) – Particolarità di questo rosato è l’altitudine a cui le vigne sono coltivate: 531 metri sul livello del mare, proprio sotto le mura dell’abbazia gotico romanica di Vezzolano. Il colore ricorda quello di una pallida ciliegia, il gusto è persistente e il perlage fine. Aromi complessi si sprigionano al naso e ricordano la peonia e la pescanoce, mentre in bocca spiccano freschezza e mineralità, ben bilanciate. www.dezzani.it
Extra Brut Cuvee Zero Rosé by Cascina Chicco, Canale (CN) – Questo cuvée del Roero ha un bel colore di buccia di cipolla, con un perlage grasso e persistente. Gli aromi ricordano immediatamente quelli del Nebbiolo, da cui è tratto. Si distinguono bene la violetta, il lampone e, grazie alla sua permanenza sui lieviti secondo il metodo classico, la crosta di pane. Un vino raffinato, ma dal gusto diretto, asciutto e complesso, perfetto in abbinamento con pesce crudo, gamberi e la celebre carne cruda piemontese. www.cascinachicco.com
Erpacrife, Visages de Canaille, 531, Cuvée Zero Rosé
Rosé che varcano i confini
Non è facile che un rosato piemontesi superi il confine perché spesso è ancora un vino apprezzato dai locali e sconosciuto all’estero. Ma qualche etichetta viene esportata con successo. Eccone alcune che si trovano in molti wine shop extraterritoriali.
Metodo Classico Rosé by Deltetto, Canale (CN). Deltetto sceglie un uvaggio Pinot e Nebbiolo per un vino dal colore rosa scuro e aromi di lampone, violetta e pane (tratti tipici del Nebbiolo). Un vino secco, con tannini smussati e bilanciati per un aperitivo o per accompagnare tutta la cena, esclusi i dolci. www.deltetto.com
Alta Langa DOCG “Rösa” by Cocchi, Cocconato d’Asti (AT). Questo spumante 100% Pinot Nero giunge dall’Astigiano. Un metodo classico sapido con un accento speziato, che ne sottolinea il fruttato. Se cercate un rosè mascolico, avete trovato il suo campione. www.cocchi.it
"For England" Brut Rosé by Contratto, Canelli (AT). Un vino dagli aroma di arancia e albicocca, complesso, minerale, distante anni luce dalla semplicità di cui i rosati sono spesso accusati. Il vitigno, Pinot nero in purezza, è coltivato in quella parte della provincia di Asti che lambisce l’Oltrepò Pavese. www.contratto.it
Rösa, Metodo Classico Rosé, For England
Questo si che è curioso!
Eccoci giunti alla sezione dei rosati "sperimentali", quelli che, se siete nei paraggi, meritano una visita alla cantina o una richiesta all'enoteca di fiducia. Belli non solo per la curiosità enologica, ma per il prezzo: tutti questi rosati possono essere acquistati tra gli 8 e gli 11 euro.
Rosati da agricoltura biologica
Cento Filari Rugiada by Spaventapasseri, Mombaruzzo (AT). Pinot Nero al 100%, questo vino non proviene da un vitigno autoctono del Piemonte. Tuttavia, “perdoniamo” il suo accento internazionale considerando la cura per la terra e l’ambiente con cui viene prodotto. Colpiscono le sue note di petali di rosa, la sua acidità bilanciata e la buona persistenza.
Carpe Diem by Tenuta Antica, Cessole (AT). Il Carpe Diem è un rosato 100% Dolcetto (e già qui siamo nella rarità) con un aroma delicato e appagante, secco e bilanciato sul palato. Un vino perfetto per l’happy hour o le pigre serate estive in compagnia di un bicchiere. Va bene accompagnato da cibi leggeri, tempura, insalate di mare o pesci d’acqua dolce. www.tenuta-antica.com
Rosati inusuali dal Monferrato e dalle Langhe
Quatman by Enrico Cruetto, Alfiano Natta (AL). Il nome deriva dal dialetto piemontese e significa «quattro mani», le mani cioè delle due persone che lo hanno cominicato a vinificare: Enrico Cruetto e il suo amico Tommaso Gallina (Castelletto Merli). I grappoli, 100% Barbera, vengono da una vigna circondata da alberi, raccolti presto prima che vengano “vendemmiati” da altri animali come cervi e cinghiali. Quatman è un vino fresco che svela tutta la purezza del frutto originale. I suo creatori lo hanno dedicato a tutti quelli che rispondono: «No grazie, non bevo vino» www.enricodruetto-vini.it.
Briosec Rosato by LeViti, Dogliani (CN). Questo vino strutturato è vendemmiato piuttosto tardi rispetto al precedente. Le uve sono 100% Brachetto, vitigno aromatico che dona a questo rosato note di lampone e fragola. Ma al contrario del Brachetto, dolce e frizzante, questo è un vino secco, perfetto con il pesce. www.cantinaleviti.it
Rarità enologiche: i rosati della Valle di Susa Valley
Oro di Venere by Vitivinicola Prever, Villarbasse (TO). Questo rosato di montagna è ottenuto da un uvaggio di tre differenti varietà tipiche del Nord Piemonte: Bonarda, Freisa e Barbera. Al naso sprigiona profumi di banana e caramello, bilanciati con una sensazione tostata. Al palato è caldo e avvolgente, ricorda la frutta fresca e la mandorla sul finale. www.prever.it
Martina from Agriturismo Cré Seren, Giaglione (TO). Il rosato Martina è otenuto da 100% Grisa Rousa, vitigno autoctono che cresce praticamente solo nel Nord Piemonte, vendemmiato oltre gli 800 metri di altitudine. È un vino freschissimo e fruttato, perfetto per le giornate torride. Difficile da trovare fuori regione, per veri intenditori e wine-scout. www.agriturismogiaglione.it
Rocafurà by Cascina Agrinova, Borgone di Susa (TO). Ecco un’altra chicca.Rocafurà è un rosato ottenuto con il 60% di Neretta Cuneese, il 20% di Barbera e il 20% di altri vitigni autoctoni della Valle di Susa (Grisa Nera, Chatus, Lambrusca Vittona e Nebbiolo). Prodotta in appena 900 bottiglie annue, acquista un colore assai ricco e un notevole corpo grazie all’apporto della Neretta (anche detta Neretto, per info vedi qui). www.cascinagrinova.it
Barbaroux by Isiya, Exilles (TO). Il Barbaroux, ottenuto da uve Avanà e Grisa Rousa, si contraddistingue per una acidità spiccata e rinfrescante, derivata dalle sue origini montane. Le uve di questo vino, i cui vitigni sono stati recuperati dall’oblio dall’azienda Isiya, crescono su terrazzamenti in pietra e sono vinificate totalmente a mano, con notevoli sforzi e sacrifici da parte dei vignaioli. Azienda Agricola Isiya.
Oro di Venere, Martina, Rocafurà, Barbaroux
Cover photo by Dave Jackson, Creative Commons. License found here.