Piemonte bio?... Io lo bevo così!
- Scritto da Antonio Cimmino
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Per gli amanti dei vini biologici, naturali, biodinamici, vegani, organic, artigianali ma sempre incondizionatamente di altissima qualità, dal 20 al 25 marzo sono in programma una serie di manifestazioni che permetteranno di avere le idee più chiare su questa tipologia di vini, oltre che degustarli e apprezzarne sia le caratteristiche organolettiche che le loro affascinanti storie.
Il Piemonte con i suoi vignaioli sarà il protagonista indiscusso di questi eventi, con una forte presenza che non fa che rimarcare tradizioni e cultura di questa straordinaria terra.
Gli eventi da segnare in agenda dal prossimo fine settimana sono:
“Vini Veri” dal 20 al 22 marzo a Cerea (VR)
“Summa 15” il 21 e 22 marzo a Magrè (BZ)
“Villa Favorita 2015 – VinNatur” dal 21 al 23 marzo a Sarego (VI)
“Vinitalybio” e “Vivit” i due saloni specializzati del Vinitaly dal 22 al 25 marzo a Verona
Il vino etico
Segnalo tre vini di altrettanti produttori piemontesi incontrati lo scorso19 gennaio durante l’evento Io Bevo Così MILANO, un’anteprima dell’appuntamento annuale che si terrà domenica 24 e lunedì 25 maggio a Villa Sommi Picenardi di Olgiate Molgora, Lecco. Una rassegna nata dall’idea di Andrea Sala, Luca Dell’Orto e Andrea Pesce, tre determinatissimi giovani imprenditori che credono fortemente nel “vino etico” avviando una campagna di promozione che mira ad abbinarlo alla qualità e soprattutto alla bontà.
La curiosità è che stavolta i produttori piemontesi non mi han stupito con il vitigno principe sabaudo, il Nebbiolo, bensì con altri vini.
La Barbera
Barbera del Monferrato Superiore docg Rapp 2012 di Rocco di Carpeneto. Barbera in purezza i cui vigneti hanno un’età tra i 10 e i 50 anni e le cui rese sono basse. Affina in media circa 2 anni.
L’azienda condotta in regime biologico da Paolo e Lidia, “Milanesi d’adozione pentiti”, che pochi anni fa han lasciato la grande città per trasferirsi nell’alto Monferrato e dar vita a questa nuova realtà i cui risultati non si sono fatti attendere.
Barbera d’Asti docg Superiore 2012 dell’Azienda Agricola Stella. Un cru di Barbera che rappresenta le origini ma anche il futuro dell’azienda stessa. Un vino dedicato al suo fondatore, Domenico Stella, maestro di musica (da cui il nome del vino “Il Maestro”), che rispecchia il territorio e i suoi “vigneron”, di gran carattere, di buona acidità ma al tempo stesso con una corposità tale da renderlo morbido.
Racconti appassionati e piacevolmente argomentati quelli forniti dal suo enologo, Paolo Stella, che oltre a trasmettere l’entusiasmo e la dedizione verso i “suoi” vini, rimane un personaggio indubbiamente poliedrico, molto conosciuto tra gli estimatori di metodo classico per essere uno dei quattro amici e fondatori di ERPACRIFE (dalle prime sillabe dei nomi di battesimo di ciascuno), un gioco iniziato 15 anni fa ma che oggi rappresenta una delle realtà più interessanti per quel che riguarda la produzione di metodo classico da vitigni autoctoni. Potrebbero essere considerati i primi ad aver utilizzato il nebbiolo in purezza.
Le Langhe
Infine il Langhe Pinot Nero 2013 e 2012 di Segni di Langa. Nessun errore di battitura, eh sì, un Pinot Nero nel cuore del Nebbiolo! Un’idea, un sogno, un’utopia di un altro giovane enologo, Gianluca Colombo, che amichevolmente definisco il “matto delle langhe”, etichettatosi invece solo come un po’ incosciente.
Un’avventura nata nel 2011 ma che ha già permesso a Gianluca di affermarsi in ambito nazionale. E’ dell’anno scorso il suo classificarsi, con l’annata 2011, tra i primi dieci al concorso nazionale del Pinot Nero di Egna e Montagna, risultando il primo tra i non Südtirolesi.
Nel 2012 ho ritrovato le potenzialità già espresse dall’annata 2011, mentre il 2013 deve essere lasciato ancora un po’ a riposo per far in modo che i sentori tipici di questo vitigno e soprattutto di questo terroir si sviluppino ancora per dare il meglio di se.
Il mio consiglio è di non perdersi almeno uno degli eventi in programma. Sarà anche l’occasione di degustare questi vini provenienti da tutta Italia e da alcune regioni del mondo ma con la possibilità di poter soddisfare ogni curiosità e interesse verso questa nuova (ma non troppo!) inclinazione produttiva interagendo direttamente con chi ogni giorno la sceglie e la difende. Poiché il vino è gusto, è condivisione, è lavoro ma in occasioni come questa può diventare anche poesia e arte.
© Antonio Cimmino
Antonio Cimmino
Enoappassionato compulsivo, mi ritrovo blogger per necessità di condivisione di ogni nuova straordinaria enoesperienza. Napoletano di nascita, milanese d'adozione, nella vita faccio altro sempre con la stessa enfasi ma non con la vocazione che ritrovo in un bicchiere di vino. Tolta la cravatta del matematico e consulente, indosso "Canon", blocco e calice per immortalare volti, colori e annotare sapori, idee che ogni sorso mi provoca
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