Guida indispensabile al Piemonte del vino
- Scritto da Diana Zahuranec
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Il Piemonte è una delle più celebri regioni d'Italia produttrici di vino. I suoi nettari sono conosciuti in tutto il mondo, ma quando si comincia ad approfondire la materia ci si trova di fronte ad una ricchezza enoica in grado di lasciare senza fiato il più esperto dei wine lover. Wine Pass ha preparato per voi una guida essenziale al Piemonte: alcune pillole per incominciare la più gustosa delle ricerche.
Una storia secolare
Le radici storiche del territorio risalgono a tempi antecedenti il predominio romano, quando le tribù celtiche iniziarono a popolare le colline. Oggi castelli, fortezze, mura e rovine sembrano essere parte integrante del paesaggio. Anche il patrimonio enoico del Piemonte è ricco quanto la sua storia secolare. Antichi documenti scritti attestano una fiorente produzione vinicola nel corso dei secoli: sovrani, nobili, politici e generali chiedevano frequentemente di essere riforniti dei loro vini piemontesi preferiti, per conservarli in cantine private o servirli durante in occasione di banchetti importanti.
XIV secolo: il nobile novarese Pietro Azario afferma che a Boca si producono buoni vini “da tempi immemori”
1431: Il vino “Nebiolium” è registrato ufficialmente negli statuti di La Morra, una delle odierne rinomate zone produttrici del Barolo.
1530: Papa Paolo III Farnese definisce l’Erbaluce di Caluso “perfetto”
1835: Re Carlo Alberto di Savoia si “innamora” così tanto del “nebbiolino”, che acquista delle vigne nelle Langhe e nel Roero per produrre il proprio vino nelle cantine della sua villa di Pollenzo.
I vini
I principali vini rossi del Piemonte sono il Barolo, il Barbaresco, il Barbera e il Dolcetto, mentre tra vini bianchi troviamo il Moscato d'Asti, l'Asti Spumante e l'Arneis. Le uve più importanti da cui provengono questi vini sono rispettivamente il vitigno Nebbiolo, il Barbera, il Dolcetto e i vitigni a bacca bianca bianca dell'Arneis e del Moscato, quest'ultimo chiamato anche aromatico per i profumi e la dolcezza del vino cui dà origine.
L'uva Barbera è la varietà più coltivata, così come il vino Barbera è il più consumato. Il Nebbiolo, d'altro canto, è l'uva nobile del territorio piemontese, dal quale si producono i due più preziosi, complessi ed eleganti vini: il Barolo e il Barbaresco.
Data from www.inumeridelvino.it
Mentre il Barolo e il Barbaresco sono i vini più gettonati dagli intenditori, il Barbera è un prodotto genericamente più accessibile, bevuto più comunemente. Versatile, dalla sorprendete freschezza e abbastanza robusto (al punto giusto) si abbina con tutto e, cosa non da poco, è relativamente economico. Ma questo non significa che non possiate trovare dei Barbera davvero eccellenti.
Photo from Caterina Chimenti, CC
Oltre i grandi nomi
L'Italia è conosciuta per la sua varietà locale di uve, oltre un migliaio, e il Piemonte, in proporzione, non fa eccezione. Molte piccole varietà, conosciute da secoli ma mai valorizzate a dovere, in questi anni godono di un rinnovato interesse. Alcuni nomi che potete incontrare sfogliando il "catalogo" del Piemonte sono il Verduno Pelaverga, il Grignolino, il Ruchè, la Freisa e la Nascetta, tutti vini caratterizzati da una forte caratterizzazione locale. Altri come il Neretto d'Ala o la Gamba di Pernice sono vere e proprie perle, rintracciabili in porzioni di territorio a volte minuscole.
Il Piemonte non è solamente la patria di una schiera sorprendente di uve locali, sul suo terreno trovano spazio anche eccellenti varietà internazionali. Infatti vengono coltivati in questa regione Pinot Nero, Sauvignon, Riesling e Chardonnay che godono della denominazione di origine controllata: possono infatti ricadere sotto la DOC dell'area di produzione LANGHE DOC, MONFERRATO DOC, oppure sotto quella della Regione, la PIEMONTE DOC.
Lo spumante Alta Langa è il più celebre spumante del Piemonte: si tratta di un Metodo Classico (ottenuto per rifermentazione in bottiglia allo stesso utilizzato per lo Champagne) che viene prodotto nella zona nordorientale delle Langhe a partire dalle uve Pinot Nero e Chardonnay, su colline ad una altezza superiore ai 250 metri sul livello del mare.
Geografia e clima
Il territorio di un vino è parte integrante della sua identità, e così avviene anche in Piemonte. La regione si trova nel Nord Italia ai piedi delle Alpi ("Piemonte", o piedi monte significa proprio "ai piedi del monte"), confina con la Francia e la Svizzera, mentre a Sud è delimitata dalla catena degli Appennini. Il fiume Po attraversa la regione a metà creando la valle del Po che si estende per 644 chilometri a est e sfocia nel Mar Adriatico. Le Alpi creano un effetto-scudo sulla regione, rendendo così il clima del Piemonte continentale d'inverno, meno piovoso di quello alla stessa latitudine di Bordeaux, e caldo d'estate, talvolta afoso.
La varietà delle conformazioni collinari (dolci e ondeggianti a Sud, ripide e scoscese a Nord, pianeggianti ad Est), dei suoli e dei microclimi produce un impressionate assortimento di vini: Dalla sola uva Nebbiolo derivano 14 diversi vini certificati DOC o DOCG e le differenze tra i vini di un paesino e l'altro sono sbalorditive.
Scopri di più sui vini e sui vitigni del Piemonte:
Mini Guida ai vini ottenuti da Nebbiolo
Mini Guida al Dolcetto, da Diano a Dogliani
Mini Guida al vino Barbera
Un effimero, ma costante elemento del clima piemontese sono le nebbie autunnali e invernali. La mattina presto, finché il sole non è alto, una fitta nebbia si infila tra i vigneti creando un ambiente umido, ideale per la maturazione delle uve e gli sbalzi termici che fissano gli aromi. Per questo il Nebbiolo, vitigno che compie la sua maturazione ad ottobre inoltrato, è davvero "figlio della nebbia".
Photo from Luca Grieco, CC
I vigneti piemontesi sono caratterizzati dalle loro piccole dimensioni: molte cantine hanno ereditato minuscoli appezzamenti di terreno dalle famiglie che vi vivevano e che producevano vino da generazioni. Questo intreccio di terreni crea un meraviglioso panorama a mosaico, soprattutto nelle zone di Langhe, Roero e Monferrato.
Le Zone del vino
Parlando di zone del vino, il Piemonte ne ha circa dieci: sono aree ben delineate dove viene prodotto il vino, il quale può prendere la certificazioni DOC o DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Inoltre il Piemonte è la regione italiana nella quale si produce il maggior numero di vini DOC e DOCG. La certificazione IGT, di livello inferiore, non esiste in Piemonte.
Le principali zone di produzione vinicola sono situate nei territori di Langhe, Roero e Monferrato, nel Piemonte centrale e meridionale. Magari li avete già sentiti nominare: nel 2014 queste aree sono state riconosciute come patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO per il valore storico, paesaggistico e culturale, dove con cultura si intende anche la grandissima influenza che il vino ha avuto sulle persone. Nella sola provincia di Cuneo, infatti, nella regione delle Langhe, si trova un terzo della coltivazione vitivinicola piemontese. Nelle Langhe si trovano anche le due famose zone di Barolo e di Barbaresco, dove cresce l'uva Nebbiolo da quale si producono i vini che prendono la medesima denominazione locale. Barbera e Arneis vengono coltivati per lo più nel Monferrato e nel Roero.
Le zone Asti e Moscato giocano un altrettanto ruolo importante. E qui che si trova la capitale italiana dello spumante, la città di Canelli. I vini principali sono l'Asti DOCG, il più conosciuto e dolce Moscato d'Asti, il Dolcetto e, indovinate un po', il Barbera.
Nei decenni scorsi le zone del Torinese e dell'Alto Piemonte (Nord - Nord-Est della Regione) erano una miniera di cantine e produttori, ma i problemi economici scaturiti durante la seconda guerra mondiale hanno determinato l'abbandono delle vigne. Un crescente interesse da parte dei produttori e dei consumatori tuttavia, soprattutto nei confronti dei vini Nebbiolo della zona nord orientale dell'Alto Piemonte, fa ben sperare per il futuro anche di quest'area piemontese. Il Torinese non è conosciuto solamente per i suoi spettacolari vigneti a terrazzamento di Carema, ma soprattutto per la coltivazione di un'importante varietà a bacca bianca: l'Erbaluce, dal quale deriva l'Erbaluce di Caluso.
Altre due grandi zone vitivinicole sono il Gavi e il Tortonese, localizzate a Sud-Est del Piemonte, da cui proviene l'elegante Gavi (vino bianco da uve Cortese) e il Timorasso (grande vino bianco capace di invecchiamento); e l'Acquese e Ovadese a Ovest, dalle cui colline provengono il dolce e frizzante Brachetto d'Acqui e il solido Ovada Docg, ottenuto da uve Dolcetto vinificate in purezza.
Non solo vino, cenni di cucina tipica
Vi parrà strano, ma anche i Piemontesi non vivono di solo vino. La cucina regionale è nota per la sua eleganza e ricchezza di sapori e i piatti si sono evoluti insieme ai vini nel corso dei secoli, per creare una combinazione paradisiaca. Eccone alcuni.
AGNOLOTTI DEL PLIN Gli agnolotti del plin sono un tipologia di ravioli di piccole dimensioni, apprezzati in tutto il Piemonte, prodotti con pasta fresca all'uovo e ripieno di carne. A Ovada c'è l'usanza di cucinare gli agnolotti in brodo versando il Dolcetto direttamente dalla bottiglia.
TAJARIN I Tajarin è un altro tipo di pasta fresca prodotta con un elevato numero di rossi d'uovo che gli conferiscono un gusto delicato e una consistenza setosa al tatto (potete trovare alcuni menù che offrono tajarin fatti con 30 tuorli). Conditi con burro, salvia e parmigiano sono perfetti insieme a un elegante Barbaresco.
BAGNA CAUDA lA Bagna Cauda, il cui nome significa "salsa calda" in piemontese, è un bagnetto molto gustoso che viene continuamente riscaldato dalla fiamma di una candela. E' composto da olio, aglio, acciughe e qualche volta burro o panna, perciò si sposa perfettamente con vini molto acidi, in grado di sgrassare la bocca, come la Barbera o il Dolcetto.
TARTUFO BIANCO Il profumatissimo tartufo bianco (il più rinomato è quello di Alba, ma si trova in tutto il Piemonte meridionale), è la specialità piemontese dei mesi autunnali. Si tratta di un fungo ipogea (che nasce sotto terra) in grado di rendere alcuni piatti dei capolavori: provatelo su risotti, tajarin, fondute o uova al padellino. Il suo abbinamento ideale è con il Barolo.
DOLCI Infine, come dessert, la dolcezza del Moscato d'Asti è perfetta se gustata insieme alla tipica torta di nocciole (spettacolari quelle che provengono da Cortemilia o dall'Alta Langa), alla panna cotta o al bonet o bunet, un budino fatto di uova, cioccolato e amaretti che deve il suo nome al fatto di assomigliare ad un cappello, il bònet appunto.
APERITIVI E AMARI Dopo una scorpacciata tale, non è inusuale terminare il pasto con un Barolo Chinato, un vino da "digestione" che mesce il Barolo ad una segreta infusione di spezie. È delicato e bilanciato: probabilmente l'unico vino che si sposa alla perfezione con il cioccolato. In Italia ogni regione, e qualche volta persino le singole città, producono il proprio amaro, o liquore erbaceo. Il Piemonte è noto per il suo San Simone, la cui ricetta è ovviamente segreta. Gli amari alpini sono molto comuni e hanno un forte gusto erbaceo, con un alto contenuto di alcol.
Ma l'aperitivo Piemontese più conosciuto e famoso è il Vermouth, vino aromatizzato che un tempo veniva ottenuto a partire da vini bianchi. Fu inventato nel 1786 a Torino e a Canelli trovò la sua capitale produttiva, grazie alla disponibilità di uve Moscato. Il Vermouth (prodotto nelle versioni dolce, secco, extra secco e chinato) nel tempo è diventato l'aperitivo sabaudo per eccellenza, entrando di diritto nella storia dei cocktail grazie alle sue capacità aromatiche e amaricanti: il famoso Martini bevuto da James Bond non è altro che vermouth e gin, guarniti con olive verdi e fettina di limone.
Photos from: Diana Zahuranec (Barolo), Blue moon in her eyes CC (agnolotti) CC (white truffle), « R☼Wεnα » CC (bagna cauda)
Vita da Piemontese
I piemontesi tendono ad avere un temperamento piuttosto tranquillo e riservato al primo approccio, ma risultano molto generosi e aperti una volta "rotto il ghiaccio". Questo può avvenire davanti a una bella pietanza e una bottiglia di vino, ad esempio. I piemontesi amano la loro cucina e sono giustamente orgogliosi dei loro vini regionali. Chi è originario di un paese che produce un vino famoso potrebbe risultare più fedele al vino locale che alla sua cittadina. In generale, in Italia il vino viene apprezzato in abbinamento con il cibo e non è raro vedere persone in pausa pranzo con un bicchiere di rosso o bianco in mano. Non c'è bisogno di un'occasione speciale: il vino è uno stile di vita.
Photo from Jakob Montrasio, CC
Con il cambio di stagione, il piemontese osserva le antiche tradizioni della sua terra partecipando a feste di paese e sagre, o festival, da gennaio a dicembre. Il ciclo temporale degli eventi comprende l'importante momento della raccolta delle uve, la vendemmia, che si svolge nei mesi di settembre-ottobre. Ogni paese celebra questo periodo con la propria festa del vino. Dopo la vendemmia, seguono vari festival in onore del tartufo, che il vostro naso riconoscerà anche a un chilometro di distanza. L'evento più famoso è la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba, che si svolge tra ottobre e novembre.
Quando il clima si fa più rigido, la bagna cauda e il bollito misto diventano i protagonisti delle feste di paese. I grigi mesi invernali di inizio anno vengono rallegrati dal Carnevale, di cui uno dei più famosi è la Battaglia delle arancie a Ivrea. In primavera invece, la tradizione canora del Cantè Jeuv si diffonde per le vigne e le colline. Eventi collegati alla degustazione del vino si possono trovare tutto l'anno in Piemonte, ma raggiungono il loro momento migliore proprio durante i mesi primaverili: Nebbiolo Prima, Vinum e altri festival enoici propongono le etichette del nuovo anno. Anche in estate si festeggia: ogni paese celebra il suo Santo patrono con fitti programmi di eventi e sagre, sempre in chiave mangereccia.
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